Catania, 22 gen. – Tutto inizia in via Plebiscito, nel Reclusorio della Purità: dodici studenti si conoscono lì e si organizzano per giocare a “palla al cesto”. Antonino Sapienza e i suoi amici approfittano del grande cortile interno per praticare uno sport di squadra alternativo al calcio e in poco tempo coinvolgono ragazzi più giovani, universitari e anche un gruppo di atlete. Il 22 gennaio di ottant’anni fa, il quotidiano locale dà la notizia: è così che la pallacanestro è arrivata nella provincia di Catania, espandendosi presto anche a Giarre, Acireale e in altri centri.
Dal 1933 ad oggi, il basket etneo si è caratterizzato soprattutto per il suo lavoro con la base e le giovanili, più che con le squadre senior. Sono stati incostanti i campionati d’alto livello disputati, come i tre anni di Serie A/Seconda Serie della Grifone negli anni sessanta, la stagione del Gad Etna in Serie B negli anni settanta e i campionati di A2 femminile di Cstl Basket, Costa e Palmares negli anni novanta e duemila.
Sono alcuni invece i successi giovanili, tra i quali spiccano i due scudetti femminili della Lazùr. E si ricordano anche degli etnei arrivati fino alla massima serie, come Mario Porto, Angelo Destasio e Alberto Di Mauro, e alla Nazionale, come Alessandra Formica. Oggi, sono le prime squadre di Acireale e Paternò le uniche a disputare un campionato senior nazionale, mentre molte altre piccole e medie società sono attive in ambito regionale e giovanile.
Ad agosto del 2012 è uscito “Il libro d’oro del basket catanese”, che raccoglie gli aneddoti di questi ottant’anni di storia attraverso foto, interviste, articoli e risultati, partendo dalla base sviluppata negli anni dal blog di Basket Catanese e a cui hanno contribuito le testimonianze di un gran numero degli stessi protagonisti.
Roberto Quartarone
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