L'Undicesimo Samurai - Il buio sui nostri occhi
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- Categoria: L'Undicesimo Samurai
- Creato Mercoledì, 01 Febbraio 2012 09:03
- Scritto da Carlo Passarello
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Abbandonare la nave è ciò che ha fatto il capitano del Concordia, abbandonare i tre mila passeggeri e i mille uomini del suo equipaggio, tutti pronti a puntare il dito su di lui armatore, stampa e quant'altro. Chiedetevi quanta gente ogni giorno abbandona la propria nave, per cosa?
Per il successo, per i soldi, per la carriera...e i sentimenti dove sono finiti? Dove sono finiti i capitani che hanno fatto leggenda con le loro navi? Il Titanic e l'Andrea Doria sono transatlantici mitici considerati inaffondabili, lo furono gli uomini a cui era affidato il loro timone. Si può finire a mollo come il Concordia, si può provare irresponsabilmente a fare una manovra azzardata come un passaggio a cento metri dalla costa, ma bisogna aver le palle di restare al timone e prendersi le proprie responsabilità. Consideriamo un eroe l'ufficiale della capitaneria di Livorno che ordina a Schettino di salire sulla nave o il giocatore del Gubbio che non accetta dei soldi per pilotare una partita di pallone, sono uomini che hanno fatto solo il loro dovere rispettando prima di tutto se stessi e il loro lavoro.
Questa deve essere la normalità, è diventato troppo normale abbandonare la nave o vendersi per denaro, credo che essere capitano, essere leader di un team e fare la cosa giusta al momento giusto soprattutto nei momenti difficili è la soddisfazione più grande. L'onestà e la capacità di lottare contro il buio che tiene lontano il capitano dalla nave devono far parte della nostra quotidianità, devono essere i valori da trasmettere ai nostri figli. Non siamo più dei bambini, aver paura del buio deve essere qualcosa che appartiene al passato.
Salvatore Genovese
L’Undicesimo Samurai - “Sarà quel che sarà”
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- Categoria: L'Undicesimo Samurai
- Creato Mercoledì, 07 Dicembre 2011 13:21
- Scritto da Redazione
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Tre mesi sono passati dalle ultime righe dedicate al samurai, sono successe tante cose e la noia è stato un elemento assente. Ho continuato a lavorare sodo, prima a Cremona, poi il ritorno per più di due mesi a Varese rivivendo luoghi e persone di qualche tempo fa, e nelle ultime settimane a Rieti con la prima partita ufficiale già giocata. Ora l’obiettivo è continuare a fare ciò che ho sempre fatto lottare, divertirmi e vincere.
La storia non si ferma mai, è un archivio che si aggiorna in continuazione: Rieti ha una storia importante ma con un passato prossimo che ha proiettato questa squadra ai piani inferiori. Scrivere la storia non è per tutti, è privilegio di uomini nobili d’animo, uomini che conoscono la fatica e il sudore che li porta sul campo di battaglia. Il campo è unico giudice e il suo giudizio continua ad essere immutato nonostante cambino i giocatori, le squadre e i campionati, questo è ciò che spinge un samurai a non abbandonare la sua posizione ma a fare un passo in avanti.
Le prime due settimane trascorse qui non sono state facili, una spalla malconcia, un appartamento da sistemare (per dovere di cronaca la prima cena ufficiale con utilizzo di cucina risale a poche ore fa), una squadra nuova e un allenatore già cambiato hanno di fatto sconvolto il piano di partenza. Il Terminillo e la temperatura sotto lo zero sembra proprio non risparmiare nessuno, spero serva ad irrobustire fisico e spirito.
Augurandomi di farvi partecipi in questa e nelle prossime puntate della mia nuova avventura vi rinnovo l’invito a scrivermi all’indirizzo di posta elettronica Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. .