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Il Personaggio - Marco Portannese, emblema siciliano

portannese marco orl-bar rquartaroneCapo d'Orlando (Me), 5 feb. - Sarebbe facile parlare, dopo l'ultima sfida mozzafiato tra Orlandina e Barcellona, della prestazione di Keddric Mays, l'americano della formazione di Capo d'Orlando che a 7' dalla fine ha deciso che doveva spaccare il mondo e... c'è riuscito, portando a casa i due punti e una rimonta dal -14 al +12. Al PalaFantozzi, però, uno tra i giocatori più acclamati e tra i più incisivi nel secondo e quarto periodo è stato Marco Portannese, agrigentino di nascita, senese di formazione, orlandino d'adozione.

Non era l'unico siciliano in campo (ha giocato qualche minuto anche il ragusano Carmelo Iurato, con i giallorossi), ma è l'emblema del basket siciliano odierno. Andato via adolescente per farsi le ossa con la Mens Sana Siena, ha girovagato per sette anni prima di arrivare al PalaFantozzi. E lì ha messo radici, trovando l'ambiente ideale per affermarsi come una delle migliori guardie-ali italiane della seconda serie. Nel derby, ha messo a segno tre triple pesanti, che non hanno fatto scappare la Sigma all'inizio della gara, ha fatto qualche fallo di troppo ma non per questo si è limitato in difesa, ha segnato i punti finali del trionfo.

È l'emblema del basket siciliano, assieme a Matteo Imbrò, perché ha seguito il detto del cu nesci arrinesci, ma lui, a differenza del virtussino, ha avuto l'opportunità di tornare e diventare una pedina imprescindibile di una squadra siciliana vincente, per di più esaltandosi durante quel derby del Tirreno che attira tifosi da tutta l'Isola.

«Il derby è pazzesco! - ha affermato in sala stampa - Sono andato via presto, ho girato per sette anni. Appena sono tornato qui ho respirato l’aria di casa, è come se fossi cresciuto qui. Mi sono allenato duramente per arrivare a questo livello. In Sicilia c’è tradizione, stiamo crescendo, stiamo dimostrando che è una regione dove il basket conta e per il futuro ci sarà spazio per alte categorie. Sono contentissimo e orgoglioso di essere siciliano, per me, la mia famiglia e per Agrigento». Ecco Portannese, uno dei «cinque leoni» di cui parla coach Pozzecco: orgoglio siciliano.

Roberto Quartarone
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Il Personaggio - Dominique Archie: «Orlandina, gruppo fenomenale»

Capo d'Orlando (Me), 6 dic. - Si è appena conclusa la prima conferenza in Italia per Dominique Archie. L’atleta americano dell’Orlandina sta stupendo gli addetti ai lavori per quanto mostrato sui parquet, ma anche fuori dai campi dimostra di essere un professionista eccellente.

pozzecco archie orlandina«Ogni anno è un’esperienza diversa e utile per crescere – dichiara Archie ai giornalisti - Qualsiasi campionato in cui giochi può migliorarti. Prima di arrivare in Europa ero infortunato, conoscevo poco del basket in questo continente. La differenza maggiore fra gli Stati europei in cui ho giocato sta nella fisicità, in Romania, ad esempio, sono molto più grossi e fisici, in Italia più tecnici. Qualsiasi cosa serva alla squadra in campo, io comunque lo farò. Non m’interessano i minuti che gioco, l’importante è farlo bene in quelli che ho a disposizione».

L’ambientamento per lo statunitense a Capo d’Orlando non è stato difficoltoso e il rapporto con i compagni sin da subito ottimo: «Il fatto di giocare con giocatori come Basile, Soragna e Nicevic è una cosa estremamente positiva – continua Archie – ho una grandissima opportunità di migliorare. L’Orlandina è una grande squadra, una delle migliori secondo me. Il gruppo è fenomenale, ogni giocatore ha un ottimo rapporto con tutti gli altri. La città poi è bellissima, adoro fare cose semplici, il fatto di vivere a Capo d’Orlando è perfetto per me. Non mi preoccupo molto degli avversari, dobbiamo concentrarci su ciò che facciamo noi. Non ho mai vinto un campionato nella mia carriera, non sarebbe male farlo qui».

Nell’ultima gara giocata in casa contro Napoli Archie è riuscito da una rimessa da fondo campo a trovare Portannese sotto l’altro canestro mostrando doti buone anche per altri sport: «Il mio passaggio a Marco? Ho giocato a Football, nella città in cui sono ci giocano tutti – ha confermato l’ala americana – ma il mio sport è il basket».

Dopo Archie, è il turno di Coach Pozzecco: «I ragazzi stanno tutti mediamente bene, oggi si alleneranno tutti. Soragna è po’ condizionato dall’infortunio, il polpaccio migliora, ma questo è un aspetto che dobbiamo gestire bene. L’obiettivo che mi sono prefissato è far sentire sempre tutti importanti – conclude il coach – credetemi mi piange il cuore quando non riesco a far giocare tutti il tempo che meritano, Ciribeni ad esempio meriterebbe di giocare. In questo momento dobbiamo essere grati a tutti i ragazzi, anche a quelli che stanno in panchina».

 

Ufficio Stampa Orlandina Basket

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