Matteo Imbrò a tutto campo, da Agrigento a Bologna: «Fiducia ai giovani»
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- Categoria: Eventi
- Creato Mercoledì, 27 Marzo 2013 22:19
- Scritto da Giuseppe Corrao
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Roma, 28 mar. – Non è stata una domenica facile per la Virtus Bologna, annichilita da una mostruosa dimostrazione di forza di Roma nella seconda parte del match. Non è stata una domenica facile per Matteo Imbrò: ma non potrebbe esser altrimenti, quando i tuoi avversari diretti sono uno scintillante Phil Goss (25 punti e una serie di canestri ad altissimo coefficiente di difficoltà) e Jordan Taylor, uno che secondo il suo coach Marco Calvani «con un po’ di continuità sarebbe da NBA».
Eppure, Matteo c’ha messo tanta faccia tosta, ne ha infilati 8 appena entrato dalla panchina ed è stato uno dei protagonisti di una grande prima metà di gioco, chiuso dalla squadra di Bechi avanti nel punteggio. Proprio la faccia è la cosa che stupisce del giocatore Imbrò: un viso che non pensa a chi ha di fronte, al fatto di essere un debuttante in A, ai 19 anni compiuti da poco più di un mese. L’espressione è di chi gioca ogni possesso e sa di esserci, di competere e di dover lavorare tanto: è la stessa che ritroviamo quando lo avviciniamo, poco prima della partenza del pullman della squadra. In compagnia dell’immancabile famiglia, presente quanto fondamentale in questo suo percorso.
Iniziamo parlando della partita contro Roma: un gran primo tempo, poi cosa è successo nella ripresa?
«Nel primo tempo abbiamo giocato un buon basket, abbiamo chiuso il primo tempo sopra di 5, poi abbiamo avuto un calo e questo non ci ha permesso di stare in partita: infatti Roma ci ha aggredito molto di più, è andata avanti e ha allungato sino al 90-70 finale».
Le tue considerazioni su questa stagione in A, sino a questo momento?
«Devo lavorare su tutto, sto capendo che la Serie A ha un livello molto alto. I miei compagni rendono possibile migliorare grazie al fatto che riesco a integrarmi facilmente e ho dalla mia parte la loro fiducia e i loro consigli».
Quali pensi siano i principali punti del tuo gioco dove migliorare?
«Penso di dover sviluppare tiro e difesa, ma c’è ancora tanto da lavorare su tutto il mio gioco».
Hai partecipato all’All Star Game 2012 e sei stato il quarto siciliano selezionato per la nazionale maggiore (Tracuzzi, Albanese e Rundo i primi tre, nda). Cosa ha rappresentato per te questa occasione?
«Ero molto felice per la convocazione perché non me l’aspettavo, non ho avuto l’occasione di giocare tanto, però già esser convocato e stare lì, insieme alla nazionale maggiore è un gran traguardo e spero di poter continuare nel mio lavoro».
Oggi è molto difficile emergere per i play italiani, pochi hanno raggiunto grandi livelli negli ultimi anni. Secondo te c’è qualche motivazione che rende il successo nel ruolo così arduo da raggiungere?
«Non credo ci siano difficoltà nello specifico, è più un discorso di squadre che puntano molto su play più atletici. Inoltre ci vuole molta fiducia da parte delle società nel puntare sul ragazzo italiano per farlo emergere».
Visti da fuori, un parere su alcuni dei principali progetti cestistici siciliani.
«Vedo che Agrigento sta andando molto bene, è arrivata alle Final Four di Coppa Italia. Capo d’Orlando sta dopo l’arrivo di Pozzecco sta facendo una buona stagione. Ho visto che sta facendo bene anche Portannese, che ha giocato alla grande la penultima partita. Sono dei buoni progetti».
Un giorno tornerai al basket isolano?
«Non so se ritornerò, spero di poter continuare ad alti livelli, se un giorno ci sarà la possibilità vedremo».
Su queste parole possibiliste, di chi sa di avere ancora tutta una vita cestistica davanti, il traffico d’auto in uscita dal PalaTiziano aumenta. Il pullman scalda i motori, mentre Gigli (il grande assente di giornata) s’intrattiene coi fan romani e gli americani della squadra conversano nel parcheggio. È tempo però di partire, perché le V nere mercoledì giocano un recupero interno e sabato vanno in trasferta per Pasqua. Avversarie Pesaro e Avellino, due concorrenti in una classifica che per la squadra bolognese non è lusinghiera.
C’è da rimboccarsi le maniche, lo sanno tutti in società, lo sa Bechi che in conferenza stampa ha avvisato «questa squadra deve giocare meglio quando va in difficoltà, deve reagire, altro che prendere un pugno e andare ko», lo sa anche Imbrò. Probabilmente l’ha sempre saputo, ma non può fermarsi a rimuginare: a 19 anni in A, devi solo pensare a migliorare partita per partita. I motori sono già accesi, è tempo di correre verso la prossima sfida.
Giuseppe Corrao