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Il Personaggio - Gek Galanda, l'uomo d'argento che batté gli USA

Valderice (TP), 26 giu. – Nell'estate del 2004 a Colonia l'Italia disputò una gara amichevole con gli Stati Uniti. In panchina sedeva coach Larry Brown ed in campo giostravano alcune stelle NBA come Iverson, Duncan ed un giovane Lebron James. La sera del 3 agosto la Nazionale italiana di Charlie Recalcati sconfisse gli statunitensi, in modo netto e perentorio, con una prova di tutto il collettivo, esaltato dal genio di Pozzecco e dalla mano torrida di Gianluca Basile e Giacomo Galanda: 95-78 il punteggio finale, con Gek autore di 17 punti.

galanda giacomo foto passarello 001Giacomo “Gek” Galanda è in questi giorni in Sicilia, giunto prima come testimonial e dimostratore del Bomber Camp di Valderice, poi in vacanza con la famiglia fino a luglio inoltrato. Pochi ricordano che Gek a Trapani giunse giovanissimo, ad appena 18 anni, quando disputò con Udine le Finali Nazionali Cadetti. “Ricordo un'esperienza bellissima, ma per me un po' particolare – dice Galanda – perché ero un anno avanti ai miei compagni e quella era l'estate della maturità, per cui passai i giorni trapanesi fra libri e parquet, anche se ricordo una bella escursione a Favignana”.


Nel mondo dei camp estivi sei entrato già da parecchi anni con il Gek Galanda Camp. Come mai?
“Sei anni fa abbiamo iniziato con un gruppo di amici. Il motivo è una condivisione anche perché è bello insegnare vedendo che i ragazzi si portano dietro quanto tu gli comunichi. La mission è quella appunto di lasciare qualche piccolo segreto del mestiere che ci si possa portare dietro qualcosa anche nel lavoro che fanno nella propria società, dando un valore aggiunto”.

 

Visto questo tuo legame con il lavoro in palestra ti si prospetta un futuro da allenatore?
“Mi piace stare con i ragazzi e farli appassionare a questo splendido sport. Mi piace analizzare le singole capacità e correggerle, vedere i miglioramenti dei ragazzi è davvero gratificante. Per esempio sul tiro è giusto insegnare una corretta tecnica scolastica, ma poi l'atleta deve sviluppare una sua personale tecnica che sia più efficace. Quindi si nel settore giovanile troverei davvero stimoli, ma al momento faccio il giocatore”.

 

Proprio da giocatore quest'anno hai fatto una grande stagione a Pistoia in Legadue. Quale è stata la chiave di questa promozione sfiorata?
“Ho trovato una grande squadra dal giocatore che stava in campo 40 minuti fino a chi giocava pochi minuti dalla panchina. Abbiamo ricreato in campo quello che era lo spirito dello spogliatoio, poi intorno a noi dirigenti e sponsor ci sono stati a fianco, siamo stati una grande famiglia. Pistoia è una città storica, un po' come Trapani, ed il basket dovrebbe ripartire da queste realtà. A prescindere dai risultati abbiamo avuto il pubblico sempre a sostenerci, la stagione oltre ad essere positiva è stato proprio piacevole”.

 

Per il prossimo anno qual è il tuo futuro?
“Ho un altro anno di contratto con Pistoia, per cui dovrei e vorrei continuare qui”.

 

Hai giocato per la prima volta in Sicilia durante le finali nazionali Cadetti di Trapani, poi hai calpestato i parquet di Messina, Capo d'Orlando e Barcellona. Cosa ti hanno lasciato queste piazze?
“Le finali di Trapani le ho vissute in modo particolare, ero infatti di maturità quando giocavo ancora a Udine ricordo comunque un'esperienza bellissima. Messina è un peccato non ci sia più, perché sembravano avere basi solide. Capo d'Orlando è stata una fiammata ma mi è parsa una realtà che difficilmente potesse protrarsi negli anni. Barcellona mi auguro si consolidi, così come spero che Trapani torni ai palcoscenici che merita”:

 

Nel 2004 hai giocato due partite diverse ma che entrambe rimarranno nella storia. L'amichevole con gli Stati Uniti, sconfitti nettamente in una serata incredibile, e la semifinale olimpica con Lituania. Quale di questi due incontri secondo te verrà ricordato dai più?
“Quando abbiamo battuto la Lituania qualcuno fece una battuta: Cosa non si fa pur di non giocare con gli Stati Uniti?. Devo dire che la vittoria con i lituani entrerà nella storia, erano una squadra più forte degli USA, così come più forte ancora era l'Argentina che vinse con merito la medaglia d'oro. Sconfiggere la Lituania con il blasone che portava: abbiamo fatto davvero tantissimo buttando il cuore oltre l'ostacolo. Venivamo da una generazione formidabile e abbiamo fatto anche meglio di loro, dimostrandoci all'altezza”.

 

 

 (nella foto di Carlo Passarello proprio Giacomo Galanda)

 

 

Carlo Passarello
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twitter @carlopassarello

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