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Il Personaggio – Omar La Cognata: «La D è più bella della C2»

La sua Azzurra 2000 Gela veleggia solitaria in vetta al Girone B di Serie D, ancor di più dopo la vittoria di sabato scorso ad Acireale sul Valverde, rivale nella corsa ai play-off. Omar La Cognata, play-guardia, ex elemento da quintetto nelle serie superiori qualche anno addietro, riveste la doppia figura di allenatore e giocatore, oltre a fare da cuore pulsante di una formazione a metà tra l’esperienza e la gioventù da svezzare. Dalle sue parole traspare una grande passione e competenza, ma anche un pizzico di frustrazione per un sistema che tende a mettere da parte chi non può permettersi di sborsare le cifre richieste per partecipare ai campionati più competitivi.

azzurragela 2012«Io e i fratelli Cavallo – ci spiega, partendo da com’è nata questa stagione – giocavamo in Serie C con il Basket Gela, ma con la regola dei parametri sono saltate molte cose. Ho appeso le scarpette al chiodo e insieme al mio ex allenatore Gaetano Mancuso ho fondato una società, la Don Ninì Scucess, per fare attività giovanile. Ma i costi dei campionati sono esorbitanti, specialmente l’Under-19 e 17. Ci siamo quindi incontrati con i Cavallo e abbiamo deciso di iniziare una collaborazione per far giocare i ragazzi in Serie D. Io sono allenatore ma ogni tanto scendo in campo, lasciando comunque spazio ai nostri ragazzi e ad altri cresciuti nel vivaio del Basket Gela farli giocare in Serie D».

L’Azzurra 2000 si è affacciata alla seconda serie regionale appena lo scorso anno, dopo aver vinto il girone ragusano di Promozione. Dopo aver disputato l’ultima Poule Promozione nel girone di ferro della Mario Mura e dell’Olympia Comiso, è ora la leader del girone sudorientale di Serie D. Qual è l’obiettivo a medio e lungo termine?

«Ovviamente giocare per divertirti, ma vincendo. Se dovessimo vincere il campionato, non credo però che accetteremmo di fare la C regionale, a causa dei parametri. Essendo svincolati, dovremmo pagare 1400€ di tesseramento per ogni elemento, e siamo almeno in sette. Certo, abbiamo i ragazzi del vivaio, ma ancora non sono pronti a giocare da soli, hanno bisogno di gente più esperta. Comunque, il campionato di D è più bello di quello di C regionale: in squadra siamo tutti giocatori locali, le trasferte non sono eccessivamente lunghe, i costi contenuti».

Punto di vista interessante: consideri quindi il livello del girone competitivo?

«Il livello è buono e piacevole, in quasi tutte le squadre ci sono ex giocatori di Serie C. Prendiamo l’Aretusa: quando abbiamo vinto in casa loro di due punti, mi sono detto che si sarebbero ripresi, perché hanno un quintetto dinamico e talentuoso; effettivamente poi hanno fatto un filotto di vittorie. O Valverde: ad Acireale abbiamo sudato sette camicie per vincere! Le partite sono combattute, nemmeno tra la prima e la terzultima il risultato è assicurato, non c’è un dominio assoluto di una squadra. Non ci sono nemmeno discussioni con gli arbitri perché loro crescono assieme a noi. Spero che il progetto dell’Azzurra continui e se il livello della Serie D rimanesse così non mi dispiacerebbe continuare a giocarci. Sperando di inserire i ragazzi sempre più giovani».

Oltre alla tua squadra, chi pensi possa occupare i quattro posti dei play-off per puntare all’unica promozione possibile in Serie C regionale?

«Ragusa arriverà sicuramente ai play-off, o prima o seconda. Il Valverde lo sto vedendo davvero bene, si qualificherà sicuramente. Priolo sin dall’inizio si è dimostrata un’ottima squadra, ma avendo i ragazzi in doppio tesseramento per me è stato poco piacevole affrontarli nella partita di ritorno, che ha perso di valore. Con tutto il roster a disposizione, la squadra di Anastasi ha maggiori chance di Caltanissetta, che è una squadra solida, ma tra infortunati e giocatori che ci sono e non ci sono si taglia le gambe da sola. Comunque, fino alla fine se la giocheranno Robur e Priolo».

Nell’ambiente gelese ci sono una squadra in DNC, una in C regionale e una in D. C’è collaborazione tra le tre realtà?

«Non c’è un movimento unico, manca un’unione d’intenti, magari per le dinamiche societarie. Tra noi giocatori ne parliamo, soprattutto con quelli della Studentesca, ci incontriamo anche in amichevole, ma le società sono distanti. Studentesca e Basket Gela seguono le loro strade, ma ci sono piccole collaborazioni, siamo ben lieti di dare i giocatori più talentuosi al Basket Gela».


Nella foto, l'Azzurra 2000 Gela al completo.

Roberto Quartarone
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